Dire che la SPES abbia ripreso l’attività senza alcuna fatica sarebbe un eufemismo, ma il tentativo di dare ai ragazzi una Speranza che tutto potesse riprendere, non dico come prima, ma in una parvenza di normalità, ci ha dato la forza di affrontare questa avventura.

Abbiamo riscontrato difficoltà iniziali nel dover ripensare – mi si passi il termine – “le regole d’ingaggio”: fare i conti con la temperatura da prendere a tutti i presenti agli allenamenti, con l’autocertificazione ad ogni accesso in oratorio, per poter facilitare un eventuale tracciamento in caso di positività di un atleta, con il dover dire ai genitori che non avrebbero potuto assistere agli allenamenti come in passato e in più il dover tenere una mascherina indosso durante tutto il periodo degli allenamenti e avvicinarci ai nostri ragazzi con una certa “cautela”, con l’ingresso in campo delle squadre tale da non incrociare quelle che lasciavano il campo.

Il pensiero che ha accomunato tutti i dirigenti ed allenatori della SPES è stato uno solo: “PER I NOSTRI RAGAZZI QUESTO ED ALTRO”.

Ci siamo messi all’opera e siamo stati tra le prime società del CSI a riprendere gli allenamenti in sicurezza con, in alcuni casi, procedure più restrittive di quelle suggerite dal comitato di Milano.

Settimana dopo settimana, abbiamo fatto piccole conquiste, che molto lentamente ci riportavano alla “normalità”: dapprima gli allenamenti, poi gli spogliatoi senza poter utilizzare le docce ed infine le docce.

Per poter garantire il corretto svolgimento delle partite, una persona della SPES si sarebbe occupata di provvedere all’igienizzazione tra una partita e l’altra con un intervallo di due ore tra l’inizio di una e dell’altra.

Alla pubblicazione dei calendari, abbiamo iniziato a pensare che, specie per le squadre dei più piccoli, non sarebbe stato molto bello impedire ai genitori di assistere, anche perché con quale faccia avremmo potuto dire loro: “GRAZIE PER AVER ACCOMPAGNATO “GIANPIPPO”, PERO’ NON E’ POSSIBILE ASSISTERE ALLA PARTITA, TORNA A RIPRENDERLO TRA UN’ORA” …. E soprattutto come dirlo ai genitori degli avversari, che magari arrivano dalla parte opposta di Milano? 

Nella settimana che precedeva l’inizio dei campionati, abbiamo iniziato a fare la conta dei posti che avremmo potuto garantire, ai genitori di casa ed ospiti, individuato un volontario addetto al tracciamento dei presenti alla partita.

Purtroppo, il nuovo propagarsi della pandemia a portato ad un blocco generale delle attività, ma, qualora si dovesse riprendere, SPERIAMO presto, saremo pronti ad affrontare la situazione con l’aiuto di tutti e nel rispetto di tutte le direttive che ci verranno date …

Pensiamo che questo sia il modo migliore per poter infondere nei nostri giovani, e non più tanto giovani, atleti un minimo di Speranza che l’umanità sta imparando a “convivere” con questo maledetto virus.